5 cose da imparare da Giacomo Leopardi

 5 cose da imparare da Giacomo Leopardi

Il nome Leopardi dice già tutto o quasi. Poeta, scrittore, esperto di lingue antiche e astronomia, padre di tutti i sentimentali delusi e primo degli studenti in crisi: avrete sentito raccontare la sua storia troppe volte, senza contare tutte quelle proiettate sullo schermo- se non avete già visto Il Giovane Favoloso, trovate un modo per procurarvelo- e online sui social (da quando mamma Agnese gli ha consentito di aprire un suo profilo Facebook).

Ma non è della storia del nostro Giacomino che vogliamo parlarvi, bensì di tutte quelle lezioni che è possibile trarre dalla vita di colui che, forse prima di tutti, ha incarnato il modello dello Studente In Crisi.

#1 Anche le nostre più grandi passioni possono deludere

Giacomino era un appassionato di letteratura classica: sapeva tradurre dal greco, dal latino e dall’ebraico a prima vista, ha scritto un’ode civile al filologo Angelo Mai, e ha sognato per tutta la vita di andare a Roma. Quando, dopo anni di tentativi, è riuscito a farsi mandare a Roma, è rimasto sconcertato dallo stato della capitale e dei suoi abitanti: non per questo si è rassegnato a una carriera notarile o a scrivere panegirici in onore delle mongolfiere. Ha semplicemente cambiato idea: se la vostra facoltà non è come vi aspettavate, o non siete in condizioni di sostenerla, allora è il momento di cambiare.

#2 La parola di un esperto non è mai l’ ultima

Il “mito” del Leopardi gobbo, sfigurato e depresso non è stato inventato da noialtri studenti: iniziato da quella penna avvelenata di Niccolò Tommaseo, il ritratto del poeta triste è stato ripreso, per motivi vari, da autori del calibro di Manzoni, politici della statura di Mazzini e filosofi come Croce. Nonostante ciò, Giacomino ha continuato a scrivere come voleva, di quel che voleva: proprio questo gli ha consentito di essere ricordato tra i grandi. Se siete davvero convinti di un’idea, perseguitela nonostante tutto: chi vi ha criticato potrebbe avere una bella sorpresa.

#3 Si può ridere per non piangere

La vita ha molti motivi per fare schifo: aggiungerne di ulteriori non la renderà più dolce. Questo sembra dirci lo stile delle Operette Morali . Questi dialoghi surreali tra Moda e Morte, studiosi e teste di morto, natura e Islandesi sono amare sì, ma sempre senza disperazione: se avete tempo, scorretele e sorridete con Giacomino dell’idiozia infinita del mondo e degli umani.

#4 Non sempre i tuoi genitori fanno il tuo bene

Monaldo era un conte semplice: ho un figlio dotato e malato, lo chiudo in casa per il resto dei suoi giorni. Capirete che per un ragazzo che ha un disperato bisogno di calore, sole e clima secco l’ umidità scura di Recanati non fosse il massimo della vita: per soddisfare il suo orgoglio quel padre ha distrutto la salute già precaria di suo figlio. Non ci sono molti Giacomini, ma i Monaldo abbondano: pertanto se i vostri genitori vi forzano a fare ciò che odiate, o a farlo fino a farvelo odiare, prendete il coraggio a quattro mani e isolatevi da loro. Brutalmente: loro non vivranno a lungo con le conseguenze delle vostre scelte, ma voi sì.

#5 Nulla può fermarti

Una malattia che ti spezza la schiena, ti rende le ossa di cartapesta e ti procura atroci dolori ovunque: questo è il rachitismo, la malattia di cui soffriva Giacomino. E non era l’ unica: ogni cellula del suo corpo sembrava cospirare contro di lui, dagli occhi ai polmoni. L’ ha forse fermato dall’amare, vivere e scrivere? Certo che no. Allora, se il tuo sogno passa per un esame, vai e affrontalo. E dopo, sorbetto al limone, comunque sia andata.

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